Premi alla Cantina Produttori Cormòns
Anche se le degustazioni vengono fatte alla cieca, un aspetto non è sicuramente sfuggito a chi apriva le bottiglie: non ha dovuto utilizzare il cavatappi. Infatti, sia la Malvasia “Harmo” che il Riesling “Medegis” hanno una chiusura col tappo a vite. I nuovi prodotti della Cantina Produttori Cormòns sono entrambi Doc Friuli, Consorzio nel cui Cda siede anche il presidente della cooperativa Filippo Bregant. La prima, uscita nel 2021 con l’annata 2019, ha subito ottenuto il successo al concorso mondiale di Parenzo con la Medaglia d’oro, proseguendo su quella strada e pochi giorni fa è arrivata la comunicazione dalla redazione di Vinibuoni d’Italia che ha conferito alla Malvasia “Harmo” Doc Friuli, annata 2021, la corona, il massimo riconoscimento della guida del Tci. «Ottenuta da uve di Malvasia istriana della pianura isontina, elegante e profumata, espressione autentica del nostro territorio, di cui – spiega il direttore generale Alessandro Dal Zovo -, anche la bottiglia non passa inosservata, che si distingue per il tappo a vite e per un’etichetta speciale. Stessa cosa per il Riesling “Medegis”, il cui nome si rifà alla localià di Medea, dove sorgono i vigneti. Le etichette sono ambedue realizzate dalla grafica Emanuela Serato, premiata proprio l’anno scorso al Gran Premio Noè di Gradisca per le sue qualità artistiche». La chiusura a vite, scelta con coraggio da diversi produttori pluripremiati, sta dimostrando la sua efficacia e la sua sostenibilità: «un patto di armonia tra uomo e pianeta – ha detto Davide Rampello – conservando la qualità come il pedale del pianoforte, per mantenere sapori e aromi. D’altra parte l’etimologia del nome dell’organo “vite” nasce dall’omonima pianta, perché essa si attorce, se pensiamo alla curva dei tralci». Il professore Fulvio Mattivi, ricercatore della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, è recentemente intervenuto a sostegno dell’utilizzo del tappo a vite riportando le analisi dell’Australian Wine Research Institute che già nel 1999 ha condotto le prime interessanti sperimentazioni su quattordici diverse tipologie di chiusure del vino compreso il tappo a vite, che presenta una permeabilità all’ossigeno molto più bassa e variabile a seconda del rivestimento utilizzato all’interno del tappo. «Nelle bottiglie con questa chiusura, a distanza di anni, il vino dimostrava un colore ancora brillante e presentava delle caratteristiche organolettiche ideali. Anche per i vini bianchi le bottiglie con tappo a vite erano uguali alle migliori bottiglie con tappo di sughero». Oggi quattro bottiglie su dieci sono imbottigliate con tappo a vite, con una percentuale che in Europa Occidentale, storicamente più tradizionalista, è passata dal 29% nel 2015 al 34% nel 2021 (con un 22% in Italia). Infine, anche Falstaff, rinomata guida per i Paesi di lingua tedesca, ha giudicato con 92 punti il Collio Doc da uve autoctone 2021, e con 90 punti sia il Sauvignon Collio 2022 che il Pinot grigio Collio 2022 della Cantina Produttori.