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L’Oca Bianca ed Altre Storie. Intervista alla fondatrice Alda Rita Bressanutti

UdineseLife 2024

Come e quando nasce l’idea di L’Oca Bianca ed altre Storie? «L’Idea del laboratorio di design e decorazione L’Oca Bianca ed Altre Storie® nasce nel 1998 come una sfida: trasformare una passione in un lavoro stabile e poi in un laboratorio aperto, partendo dal principio che mettendoci impegno, duro lavoro, responsabilità, pazienza e un po’ di follia… si può fare. Avevo lavorato per 15 anni come traduttrice-interprete, prima in giro per l’Europa poi stabilmente in aziende che si occupavano di contract internazionale, ma sentivo che mi mancava qualcosa di fondamentale, poi mi ammalai seriamente, presi un anno sabbatico per recuperare le forze e capii che dovevo fare quello che avevo sempre desiderato: disegnare e costruire cose con le mani. Dalla mia parte avevo un’innata manualità, una passione per il disegno e per tanti materiali: il tessile, le pietre dure, il legno».

Perché il nome L’Oca Bianca ed Altre Storie? «Da piccola mi chiamavano “la figlia dell’Oca Bianca”, perché mia mamma aveva le mani d’oro, riusciva a trasformare gli abiti dismessi in gonne e giacchette alla moda, costruiva cappellini di feltro con il panno dei vecchi cappotti e cuciva magnifiche “scarpèts”, le famose pantofoline friulane, recuperando resti di vecchie camicie, ritagliando le suole nei copertoni bucati delle biciclette e ricamando roselline sul velluto delle tomaie. Il riciclo e riuso in Friuli è sempre stata un’attività corrente per le donne, alimentata dalla necessità di fare con quello che c’era e dall’abilità di farlo bene. L’Oca, poi, esprime valori positivi di espansione e rinnovamento. Le grandi Oche selvatiche sono viaggiatrici instancabili, fedeli e leali, quando migrano si assicurano che nessun componente dello stormo resti indietro. Direi che la sua simbologia rappresenta sia la mia storia personale che lo spirito con cui ho creato il laboratorio; aggiungendo “Altre Storie” volevo aprire l’attività alle collaborazioni esterne e allargare la squadra a donne in difficoltà, ora il team è composto da 9 donne».

Ci racconti degli Angeli. «Non ricordo un solo momento importante della mia vita in cui non ci sia stato il simbolo dell’angelo ad accompagnarmi, a partire dall’angioletto, fatto dalla nonna, con gli “scùs” – le foglie del mais – e attaccato alla mia culla. Ma quello che ha messo in moto la produzione è stato il regalo di un angelo di legno da parte di un’amica, la sera stessa ho sognato un piccolo angelo blu e una voce che diceva: “segui il volo degli angeli”. Il giorno dopo ho comprato un foglio di compensato di faggio e un traforo manuale e ho tagliato il mio primo angelo. Da allora non ho più smesso. Nel tempo gli angeli del laboratorio hanno affinato le loro forme, sono stati vestiti con abiti dalle forme più svariate e con tanti tipi di stoffe, i visetti sono stati dipinti con tratti essenziali per dare un’espressività che li rendesse unici. Volevo che fossero proprio dei portatori di buona novella e allora ho cominciato a scrivere delle piccole dediche sul cartoncino su cui sono incollati. Anche ora, dopo tanti angeli (quest’anno festeggiamo il 220.000esimo angelo!), ogni volta che creo una nuova collezione, quando prendo la penna in mano per scrivere le frasi, non trovo il filo dei pensieri, finchè improvvisamente mi è tutto chiaro e le parole arrivano una dietro l’altra».

Quali altre creazioni realizza il suo marchio? «Creiamo BIJOUX utilizzando pietre dure e parti metalliche di nostra progettazione, in ottone con bagno in oro a 24 k, realizziamo oggetti di CARTA, biglietti, quaderni, quadri, utilizzando varie tecniche. Lavoriamo in collaborazione con altri artigiani, come per la realizzazione di SCIALLI fatti a telaio manuale o di sciarpe in seta stampate dai miei disegni ad acquerello, di BORSE fatte con materiali di recupero. Progettiamo anche la linea di lampade LIBRI DI LUCE®».

Che materiale usa per le sue creazioni? «Per gli angeli, usiamo il legno di pioppo o faggio, stoffe di tutti i tipi: cotone, lino, seta, lana, velluto. Nei bijoux ci sono le pietre dure: i quarzi, l’acquamarina, il diaspro, la madreperla, la pietra di luna, la labradorite. La carta che usiamo è sempre riciclata e quella dei disegni è in carta di cotone fatta dall’antica cartiera Amatruda di Amalfi. Per il tessile usiamo filati naturali grezzi che tingiamo a mano. Facciamo un grande uso del recupero e del riciclo».

Chi sono i vostri clienti? «Per quanto riguarda il B2B siamo veramente trasversali, abbiamo concept stores, corniciai, erboristerie, negozi d’arredo, negozi d’abbigliamento, librerie, fioristi, cartolerie, profumerie, negozi di artigianato artistico e persino una farmacia. La maggior parte dei rivenditori si trova in Italia e alcuni affezionati in Portogallo, Austria, Germania e Stati Uniti. I nostri clienti privati sono donne al 90%».

Dove acquistare le vostre creazioni? «Le COLLEZIONI si possono acquistare direttamente dal nostro shop online https://shop.ocabianca.com/, oppure attraverso la rete dei rivenditori https://www.ocabianca.com/punti-vendita/, mentre nel nostro laboratorio-bottega a San Daniele del Friuli (UD) si possono trovare anche i progetti speciali, e tanti altri tipi di decorazione oltre a numerosi pezzi unici».

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