VINI E PIETANZE. Da Orzan a Capriva
L ’Azienda Orzan Ivaldo è custode di una storia romantica costellata di passione, sacrificio e maestria nel far vino in un territorio che, incastonato tra i dolci declivi del Collio e le piane sassose dell’Isonzo, ci regala vini di qualità inarrivabile. Siamo a Capriva del Friuli, scrigno d’aziende di fama mondiale tra le quali si distingue questa piccola realtà vitivinicola che trae origine da un lembo di vigna acquistato nel 1964 da Ivaldo e già appartenuto al nonno, che gli aveva trasmesso l’arte della vinificazione.
Amorevolmente assecondato dalla moglie Nella, cresce tre figli e acquista nel tempo i cinque ettari di vigneti che oggi compongono l’attività, arricchita da una funzionale cantina e, nel 1994, da un agriturismo che nei fine settimana diventa la meta agognata da frotte d’amanti del buon vino e della buona cucina. La quale allieta i palati con le pietanze più tipiche del territorio, declinate secondo stagione in gustose ricette, proposte anche nell’ambito di serate a tema, a base di selvaggina, di animali da cortile e di piatti che hanno per protagonisti la Rosa dell’Isonzo, gli asparagi o le carni grigliate, mentre i tradizionali salumi vengono fatti in casa secondo le ricette dei tempi che furono. Ivaldo, classe ’42, è ancora in vigna nonostante abbia passato da tempo il testimone ai figli Dario e Renato che, con ruoli diversi, sono impegnati nell’attività agrituristica e nella produzione di un bouquet di vini artigianali eccellenti tra i quali spiccano i bianchi autoctoni: dal Friulano, alla Malvasia, alla Ribolla Gialla, vinificati sia in bianco che macerati.
I vini sono prodotti nel solco della sostenibilità e della conseguente ricerca dei metodi finalizzati a ottenere il minor impatto ambientale possibile, tanto che i vigneti sono tutti inerbiti, l’uso dei diserbanti chimici è messo al bando, i trattamenti per il controllo dei funghi e delle muffe seguono il disciplinare di produzione integrata volontaria. La vinificazione degli Orzan si ispira ai metodi in auge negli anni Sessanta e avviene separando il mosto dalle bucce torchiate a mano, con una macerazione della durata di una notte per Una Gnot, che identifica il corposo Friulano DOC Collio consacrato a tale procedimento ancien. Più di due settimane è il tempo di macerazione del Zal Scur, nato da una selezione di uve di Ribolla Gialla vinificate attuando il rimescolamento manuale dell’uva passata nel vecchio torchio, aspettando la bellezza di tre anni prima che il prodotto finisca in bottiglia.
Lo stesso procedimento è previsto per il Merlot Mo Rar, un vino che origina dall’assortimento di uve Merlot, oggetto di una lunga maturazione in vigna secondo un progetto nel quale gli Orzan sono impegnati da alcuni decenni. I vitigni di Pinot Grigio e Sauvignon sono coltivati nei terreni argillosi che restituirono dei reperti (oltre 3.000 manufatti in selce risalenti all’età tra il Paleolitico e l’Età del Rame), segnalando un background storico enfatizzato dagli Orzan con la dedica di un’etichetta riproducente un uomo preistorico nelle fattezze di chi imbracciava la sua ascia in pietra verde ritrovata nel 1967 sui loro terreni. Il Grant Bosc, un Friulano raffinato, la giovane Ribolla Gialla Val di Miez, lo Chardonnay, lo spumante Orzan Ivaldo ottenuto direttamente dal mosto con metodo “Charmat” 60 giorni, il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon e il rosato Rosarossa completano una gamma di vini eccellenti esportati con successo non solo sul mercato nazionale, ma anche in quello estero e soprattutto negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Belgio, Germania, Austria e un po’ in tutta Europa da questi valenti artigiani del vino che mettono al centro del loro lavoro la consapevolezza di operare in un territorio generosissimo al quale dedicano riconoscenza e rispetto.
Di Rossella Dosso